Il futuro viene dal passato

Tradizione non è più anacronismo, è al contrario attualità pura, è il pulsare stesso dell’universo che abbraccia i suoi figli e rivendica l’appartenenza ad un gruppo; gruppo che è il narratore della storia di ognuno che poi è, in parte, comune a molti. È il libro in cui si trovano e si leggono con garbo le storie di uomini che hanno costruito la storia di ogni luogo; queste favole stupende sono raccontate ora con un canto, ora con un passo di danza ora con il battere di una mano su di un tamburo, tamburo che è vita e che è morte, ma soprattutto che è continuità. L’obiettivo dell’Associazione i Tammorrari del Vesuvio è proprio quello di custodire e proteggere, mantenere vivo questo battito, questo suono misterioso che si ode fin dentro l’anima, e che ci unisce e ci rende figli e adepti della stessa grande e magnifica madre

Simone Carotenuto è la tradizione perché viene dalla tradizione; quella pura, quella di suo padre Aniello che è stato l’ultimo carrettiere di Marra, zona rurale che congiunge l’agro nocerino sarnese all’agro vesuviano. 
Voce storica della musica popolare campana, poliedrico e istrionico il suo canto è stato definito “sanguigno” perché è passione e perché è attaccamento alle proprie origini. 
La grandezza della sua voce forte gli ha permesso in trenta anni di carriera di esibirsi con i maggiori rappresentati della tradizione musicale, da Zi Giannino del Sorbo a Zi Tore o’ brutto di Pimonte, ma anche con i grandi che sulla scia della tradizione raccontano l’attualità da Enzo Avitabile e Marcello Colasurdo a Franco Tiano, Carlo Faiello e Nando Citarella. 
Ed è intorno al suo canto e alle sue fronne che nasce il gruppo i Tammorrari del Vesuvio. Che è musica di quella che arriva dritta all’anima.